Nel testo “frammenti di un insegnamento sconosciuto” (una raccolta di conferenze tenute da Ouspensky durante il periodo in cui era un discepolo di Gurdjieff) viene spiegata la legge del sette o delle ottave. L’autore spiega come per comprendere il significato di questa legge occorre considerare che l’universo consiste di vibrazioni e che tali vibrazioni agiscono in ogni tipo di materia quale che sia il suo aspetto e la sua densità, dalla più sottile alla più grossolana. Secondo una concezione errata, tali vibrazioni si svilupperebbero uniformemente e gradualmente e, in assenza di resistenza, potrebbero prolungarsi all’infinito, almeno fino al cessare della forza che da loro impulso.
Secondo Ouspensky il punto di vista dell’antica conoscenza si oppone a quello della scienza contemporanea, perché essa pone alla base della sua comprensione delle vibrazioni ii principio della loro discontinuità. Secondo questo principio le vibrazioni si sviluppano in modo non uniforme, ma con periodi di accelerazione e di rallentamento. I punti di rallentamento sono due: il primo quasi all’inizio, il secondo verso la fine. Questo principio è applicabile a tutti gli ambiti e spiega come sia necessaria una spinta esterna per mantenere un andamento lineare.
Un esempio è dato dalla scala musicale divisa in 7 note. Applicando la teoria di Fourier è rilevabile un rallentamento in 2 punti, tra il mi e il fa e poi tra il si e il do. In questi 2 punti mancano i semitoni (i tasti neri presenti nelle altre note).
Questo spiega il motivo per il quale quando iniziamo una attività come ad esempio un nuovo sport, un nuovo lavoro, una relazione, nonostante diamo energia e forza al nostro intento, lo sviluppo non è mai lineare e progressivo. Ci sono dei momenti dove rallentiamo fino a perdere la spinta iniziale e se non siamo attenti rischiamo di deviare rispetto al proposito iniziale.
“Le cose vanno sempre in questo modo e noi possiamo osservare ovunque questi cambiamenti di direzione. Dopo un certo periodo di attività energica, di emozione intensa o di comprensione giusta, una reazione interviene, il lavoro diviene noioso e trascurato, momenti di stanchezza e di indifferenza appaiono nel sentimento; invece di pensare rettamente, si cercano dei compromessi; si sopprimono o si scartano i problemi difficili. La linea però continua a svilupparsi, ma non più nella stessa direzione dell’inizio. Il lavoro diventa meccanico, il sentimento, sempre più debole, si abbassa al livello degli avvenimenti abituali di ogni giorno. Il pensiero diventa dogmatico, letterale. Tutto si svolge così per un certo tempo, poi vi è di nuovo una reazione, un arresto, una deviazione. Lo sviluppo della forza può proseguire ancora, ma il lavoro che era stato cominciato con ardore ed entusiasmo è diventato una formalità obbligatoria ed inutile; numerosi elementi estranei sono entrati nel sentimento: considerazione, oppressione, irritazione, ostilità; il pensiero gira in cerchio, ripetendo ciò che già sapeva e ci si smarrisce sempre di più. Lo stesso fenomeno si ripete in tutte le sfere dell’attività umana. In letteratura, scienza, arte, filosofia, religione, nella vita individuale e soprattutto nella vita sociale e politica, possiamo osservare come la linea di sviluppo delle forze devia dalla sua direzione originale e, dopo un certo tempo, va in una direzione diametralmente opposta, sempre conservando il nome di prima”.
Se non siamo consapevoli di questa legge riteniamo normale il fatto che ci siano deviazioni e cambi di programma rispetto alle nostre intenzioni, ma questo non è vero. È il risultato di una meccanica universale in base alla quale si determina il principio di evoluzione ed involuzione come ben indicata dalla ruota del Samsara.
Per mantenere la progressione lineare e quindi per completare il percorso fino al salto di ottava superiore è necessario mantenere vigile l’attenzione ed in particolare nei 2 momenti critici indicati sopra. Per questo Ouspensky afferma la necessità di introdurre degli “shock addizionali” nelle fasi di rallentamento, per rendere possibile alle linee di forza di raggiungere lo scopo prefissato e quindi il completamento dell’ottava.
Talvolta gli shock possono aver luogo casualmente, le linee di forza vengono raddrizzate accidentalmente, e questo genera l’illusione di riuscire a raggiungere i propri obiettivi.
“Un uomo può vincere alla roulette. Ma si tratterà di un fatto accidentale. Raggiungere uno scopo che ci si era prefissi nella vita o in qualche sfera particolare di attività è un fatto altrettanto accidentale. La sola differenza è che alla roulette l’uomo per lo meno sa ad ogni puntata, senza sbagliarsi, se ha perso o vinto. Ma nelle attività della vita, soprattutto in quelle di carattere sociale, quando passano anni tra l’inizio di un’azione e il suo risultato, un uomo può sbagliarsi molto facilmente e prendere il risultato ‘ottenuto’ per il risultato desiderato, cioè credere di aver vinto, quando, nell’insieme, ha perso. Resta dunque all’uomo la scelta seguente: o trovare alle proprie attività una direzione che corrisponda alla linea meccanica degli avvenimenti del momento, in altri termini, ‘andare dove soffia il vento’, ‘nuotare con la corrente’, anche se ciò contraddice le sue intime inclinazioni, convinzioni, simpatie; oppure rassegnarsi all’idea dell’insuccesso di tutto ciò che egli intraprende. Ma vi è un’altra soluzione: l’uomo può imparare a riconoscere i momenti degli intervalli in tutte le linee della sua attività, e a creare gli ‘choc addizionali’; in altre parole, può imparare ad applicare alle proprie attività il metodo di cui si servono le forze cosmiche nel creare degli ‘choc addizionali’ ogni volta che essi sono necessari”.
Ne deriva quindi l’importanza di accedere ad un insegnamento capace non solo di riconoscere i punti di rallentamento nello sviluppo dell’ottava, ma soprattutto di fornire gli strumenti necessari per intervenire volontariamente in questo processo per favorire un percorso evolutivo.