Antropologia Gnostica

“Soltanto l’Alito Divino può reincorporarci nella Verità; tuttavia questo è possibile solo sulla base di lavori coscienti e patimenti volontari.

Il possesso specifico della Gnosi è sempre accompagnato da un certo atteggiamento di estraneazione davanti a questo mondo illusorio.

L’autentico gnostico vuole un cambiamento definitivo, sente intimamente i segreti impulsi dell’Essere; da qui la sua angoscia, il suo rifiuto e il suo disagio di fronte ai diversi elementi inumani che costituiscono l’io.

Chi anela a perdersi nell’Essere aumenta la condanna e lo spavento davanti agli orrori del me stesso. Contemplarsi come un momento della Totalità è sapere di essere infinito e rifiutare con tutte le forze dell’Essere il ripugnante egoismo della separatività.

Senza la Grazia Divina, senza lo straordinario aiuto dell’Alito Sacro, l’auto-Gnosi, l’autorealizzazione intima dell’Essere sarebbe una cosa assolutamente impossibile.

Il divino che abita nel fondo dell’Anima, l’autentica e legittima facoltà conoscente annienta l’ego e assorbe l’Essenza nella sua parusia e la salva nella totale illuminazione. Questo è il tema del Salvator Salvandus.
Lo gnostico che è stato “salvato dalle acque” ha chiuso il ciclo delle infinite amarezze, ha travalicato il confine che separa l’ambito ineffabile del Pleroma dalle regioni inferiori dell’universo, è fuggito valorosamente dall’impero del Demiurgo perché ha ridotto l’ego in polvere cosmica.
Il passaggio attraverso i vari mondi, il successivo annientamento dei vari elementi inumani afferma questa reincorporazione nel Sacro Sole Assoluto per cui, trasformati in creature terribilmente divine, andiamo oltre il bene e il male”.

estratti da “LA DOTTRINA SEGRETA DI ANAWAK”
(Messaggio di Natale 1974/75)
Samael Aun Weor